Che siano abachi, cartigli, annotazioni, quote, etichette o note chiave, i nostri progetti BIM sono pieni zeppi di testi (font). In mancanza di indicazioni precise - intendo direttive dall'alto alle quali doversi attenere scrupolosamente - potrebbe risultare piacevole prendersi qualche soddisfazione nel redigere tavole tecniche che ci soddisfino anche sotto il profilo estetico. Mantenendo sempre e comunque una lettura dei testi comoda ed immediata.
Che siano Font con grazie o senza, la scelta è sempre ardua.
A volte e dirò purtroppo, mi capitano in mano tavole monotone e piatte allo sfinimento, banali, noiose e sovente pure di difficile lettura; tavole che ci parlano attraverso un unico font seppur declinato in altezze diverse ma sempre quello. Altre invece sono un piacere per gli occhi e credetemi non è un obiettivo impossibile, alle volte lo sforzo è davvero minimo e ripaga molto in termini di soddisfazione e leggibilità. Per questo basterebbe, minimizzando, anche un Arial simple/black/narrow per fare la differenza.
Ma quale set di font devo scegliere?
I corsisti, soprattutto, mi fanno spesso questa domanda e l'argomento è fortemente personale. Sarebbe un po' come se un altro scegliesse gli abiti che portate, a ognuno i suoi; vi caratterizzano e così deve essere. Quindi, fatta la doverosa premessa e senza l'intenzione di insegnare nulla a nessuno, vorrei condividere con voi alcuni dei font che utilizzo - non sono tutti - e che propongo ai miei committenti come alternativa per la rappresentazione dei loro progetti.
SWIS 721. Sono una persona semplice e un tecnico e quando mi approccio a persone a me simili consiglio l'uso del carattere Swis721. Ha dalla sua una vastissima scelta di versioni, dal light al bulk, mantiene una leggibilità altissima anche ad altezze molto basse, essendo privo di grazie, molto lineare e ben spaziato. Sono sceso anche sotto il millimetro stampato per alcune numerazioni secondarie. Molto tecnico e pulito, degno sostitito dell'Arial. Certo, non è un font fantasioso, lo definirei piuttosto eclettico quindi ottimo per qualsiasi utilizzo.
CALLIGRAFICI. Poi c'è la selezione di font calligrafici, fortemente soggettiva, spesso anche tra generi. Potrebbero essere una buona alternativa in caso di indicazioni secondarie o nel caso in cui lato tecnico, quote o dettagli, lasci il passo ad altre tiologie di indicazioni, finiture, materiali o altro di similare. Personalissimi, perchè la selezione è influenzata dalla grafia soprattutto per i minuscolo. Ne ho fatto un brevissimo assortimento che è, nei limiti del possibile, più vicino a come scrivo io - o a come percepisco la mia calligrafia. Il mio preferito è il Flux Architect ma devo anche dire che è fortemente svalutato vedendosi davvero troppo in giro e personalmente ha un po' stancato. Mi piace encora ma sono in cerca di una alternativa.
Le famiglie di sistema Testo, come si evince dalle immagini, hanno Tipi differenti, generalmente suddivisi per font, altezza e differenziati per Parametri e Valori. Vengono salvati in un file di Progetto da dove poi li prelevo e un copia&incolla li uso nei vari progetti, se non già caricati.
ARCHISTICO. Nella mia personale classifica non poteva mancare il pregevole font Archistico al quale sono molto affezionato. Lo uso spesso quà e là soprattutto nelle numerazioni delle tavole o per testi brevi ma di impatto. Mi piacciono i "contrassegni" o "contrassegni tipo" fatti con questo carattere anche se, soprattutto se piccolo ha una limitata leggibilità. Però è bello.
SWIS 721. Sono una persona semplice e un tecnico e quando mi approccio a persone a me simili consiglio l'uso del carattere Swis721. Ha dalla sua una vastissima scelta di versioni, dal light al bulk, mantiene una leggibilità altissima anche ad altezze molto basse, essendo privo di grazie, molto lineare e ben spaziato. Sono sceso anche sotto il millimetro stampato per alcune numerazioni secondarie. Molto tecnico e pulito, degno sostitito dell'Arial. Certo, non è un font fantasioso, lo definirei piuttosto eclettico quindi ottimo per qualsiasi utilizzo.
CALLIGRAFICI. Poi c'è la selezione di font calligrafici, fortemente soggettiva, spesso anche tra generi. Potrebbero essere una buona alternativa in caso di indicazioni secondarie o nel caso in cui lato tecnico, quote o dettagli, lasci il passo ad altre tiologie di indicazioni, finiture, materiali o altro di similare. Personalissimi, perchè la selezione è influenzata dalla grafia soprattutto per i minuscolo. Ne ho fatto un brevissimo assortimento che è, nei limiti del possibile, più vicino a come scrivo io - o a come percepisco la mia calligrafia. Il mio preferito è il Flux Architect ma devo anche dire che è fortemente svalutato vedendosi davvero troppo in giro e personalmente ha un po' stancato. Mi piace encora ma sono in cerca di una alternativa.
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Bello l'articolo sui font. Da vecchio ingegnere meccanico con formazione presso il sabaudo Poli di Torino
RispondiElimina(ex scuola di applicazione militare), AutoCAD (dal DOS !) che ha sostituito i tecnigrafi Zucor, poi Inventor ed ora 3ds Max per diletto, vorrei esprime un commento al riguardo.
Il mio riferimento per i font da utilizzare e che ho sempre utilizzato nei disegni tecnici, sono quelli derivanti dalle scritte a normografo + pennino a china con imbuto, magari da vecchi disegni tecnici tedeschi di progettisti di Leica, BMW Motorrad ecc. e quindi per me font ISOPTEUR o giù di li.
Quando trovo disegni tecnici, con mille font al loro interno in perenne lotta di stravaganza INORRIDISCO.
L'asino poi casca sulle quotature dove i numeri non ci stanno tra le linee di estensione, con effetti sgradevoli.
La base dei caratteri, zero compresi, per me non è il cerchio di compasso ma bensì la forma del famoso formaggio francese "Caprice de Dieux".
I font con la loro stravaganza (e pienezza di carattere + serif ) non devono assolutamente distogliere lo sguardo dal disegno tecnico, snaturandolo.
Comunque un disegno tecnico è pur sempre fatto da linee fini, e come tale devono essere eseguiti i caratteri. Non posso infatti usare le "Rapidograf" virtuale per fare il disegno e poi eseguire le scritte con il pennarello con punta a scalpello ...
Quindi la mia opinione personale :
1) solo font simil normografo (es ISOCPTEUR)
2) altezza delle scritte su carta normali 2,5 mm. con spessore 0,25-0,3 mm.
3) altezza dei titoli su carta da evidenziare , fino a 5 mm. eventualmente sottolineati ed inclinati e spessore maggiorato a 0,4- 0,5 mm.
4) altezza di note minute 2 mm. fini ma ancora ben leggibili.
5) caratteri smagriti per le quotature in modo che le scritte appaiano sempre tra le righe di estensione il più possibile
Conclusione :
Quando si realizza un disegno tecnico, non abusiamo dell'abbondanza, per me inutile di font, che i sistemi offrono .... guardiamoci intorno .... non andiamo verso la modernità con i font dei monaci amanuensi del medioevo.
Oreste
Graditissimo l'intervento e ben venga il confronto.
RispondiEliminaHo una formazione come geometra, catastale soprattutto con molta, moltissima progettazione architettonica spicciola. I tavoli da disegno della Bieffe mi hanno accompagnato per un bel pezzo, fino all'avvento del CAD. I normografi e i "rapido" sono stati miei compagni in un rapporto conflittuale di amore ed odio - il pennino ad imbuto non l'ho mai usato molto. Non avendo un calligrafia piacevole ero costretto ad utilizzare il normografo quando i miei compagni di studio scrivevano, dove consentito, a mano. Per ovvi motivi l'ISOCPEUR mi aveva un po' nausato. Il CAD mi ha risolto il problema e nulla era leggibile come il RomanS o il simplex. L'avvento dei ttf ha per me scompigliato un po' le carte, liberandomi dalla schiavitù dello spessore del pennino. Tuttora uso e propongo la serie Swis72.
Come lei non sopporto la confusione, apprezzo le tavole tecniche ordinate e leggibili ma mi piace variare leggermente, mantenendo una lettura facile e non affaticante.
Lo Swis72 mi permette di scegliere un differente font per specifici range di altezze lo trovo ottimo nella variante LtBT per le note fini o per le quote interne, lo zero è un ovale, è privo di grazie e compatto il giusto.
Considerando che prevalentemente lavoro per differenti professionisti, ognuno con il suo bagaglio di esperienze ed idee, probabilmente influenzato da questo mi piace anche variare e proporre altro. Con l'avvento dei software di modellazione il rigore puro si è un po' perso, molte volte le tavole vengono completate con viste che hanno lo scopo di presentare il progetto. In questi casi ho iniziato ad apprezzare qualche "stravaganza" soprattutto se i font sono calligrafici. Ma anche nel cartiglio, per esempio, in cui campeggiano loghi o altre indicazioni o in qualche vista non prettamente tecnica.
Certo, caratteri come l'ISOCPEUR o il ISOCPEUI sono e rimangono un must ma li ho odiati, per i motivi personalissimi esposti all'inizio.
Cerco e concordo con lei su questo, di non abusare nell'abbondanza di font differenti, anche se ogni tanto mi piacerebbe cedere al mio lato di grafico.
Ferruccio
alla prima occasione proverò anch'io Swis72 e poi deciderò ... in fondo non è mai troppo tardi ... però occhio ai font, il passo per saltare dai font per progetti tecnici seri al menù della pizzeria od alla locandina per la partita di calcetto scapoli contro ammogliati da appendere al bar è molto breve.
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